É tempo di back to school e di rientro in postazione e lasciare spiagge montagne e aeroporti per tornare a parlare delle nostre cose: marketing e comunicazione, la nostra croce e delizia.
Inutile dire che anche il mondo della comunicazione torna all’attacco dopo il periodo di semi pausa estiva. Tutte le novità che bollono in pentola necessitano ancora di prendere forma e concretizzarsi. E poi si inizia a pensare al Natale (non è mai troppo presto per pensare al Natale e noi abbiamo pure una scusa in più per farlo… mondo dei non comunicatori, invidiosi eh? 😏)
Ma da queste parti siamo un po’ dei vecchi nostalgici, specialmente se si parla di estate e di vacanze.
Così eccoci qui con un ruspantissimo articolo che per certi versi ci porta ai viaggi delle scorse settimane, quando in preda a valigie, voli e green pass, partivamo carichi di audacia e protezione 50+.
OGGI PARLIAMO DEL POTERE DEGLI AEROPORTI:
Le oasi del duty free, nonché vere e proprie bat-caverne del marketing e dell’advertising.
Ti è mai capitato di ritrovarti in fila per il controllo del bagaglio e sentire l’urgenza di finire la bottiglietta per non buttarla? E appena passato lo scanner, al primo shop che ti capita sotto tiro, non sei subito lì a comprarne una nuova? (Sa un po’ di presa per il %&$#)
E ancora, chi non ha mai avvertito l’impellente necessità di un Toblerone gigante? Eppure, fuori dal contesto dell’aeroporto, ti salirebbe il diabete solo a pensarci!
Ebbene, ti stupiresti se ti dicessi che in realtà è tutto normale?
Gli aeroporti sono strutture estremamente complesse e costose da mantenere. Idealmente si prefigurano come semplici luoghi di passaggio, in sé per sé del tutto privi di interesse. Da qui la necessità di ottimizzare spazi, risorse e creare percorsi ad hoc che invoglino i viaggiatori a spendere e sostare il più a lungo possibile.
In questo senso gli aeroporti sono dei veri e propri bacini sperimentali per la pubblicità: laboratori della domanda e dell’offerta.
COME FANNO GLI AEROPORTI A CATTURARE LA NOSTRA ATTENZIONE E A FARCI SPENDERE?
Vediamo insieme le loro tecniche più astute!
Un percorso ad hoc: dal primo momento in cui metti piede in aeroporto nulla viene lasciato al caso, così che tu non ti senta mai smarrito. Il design stesso della struttura è pensato in modo tale da permetterti di orientarti senza perdite di tempo e senza stress ulteriore. Già a partire dalla segnaletica, infatti, vieni agevolato grazie alla scelta di font appositi e leggibili da qualsiasi distanza. Inoltre, dal momento che l’ambiente potrebbe risultare ostico e sconosciuto, si lascia sempre la possibilità ai viaggiatori di affacciarsi sulla vista esterna, già a partire dalla “catchment area”, ovvero la zona d’imbarco intesa come punto di attrazione.
Stores baciati dal sole: inutile dire che anche la collocazione dei negozi non sia affatto casuale. Se da un lato la luce naturale è rassicurante per chi si trova in aeroporto, è anche vero che essa è d’incentivo ad entrare nei negozi più esposti. Anche l’illuminazione interna degli stores è atta a esaltare il collocamento strategico dei prodotti sugli scaffali: sempre a portata di mano e in bella mostra proprio come le grandi offerte
“Chillin’ time”: Arrivi di corsa e con l’ansia di non riuscire a fare tutto, ma puntualmente finisci per aspettare l’imbarco scrollando Instagram comodamente deposto nell’area relax. Ormai è da tempo che gli aeroporti, da semplici punti di passaggio, si sono evoluti in vere e proprie aree attrezzate per rendere la tua esperienza quanto più piacevole. Poltrone massaggianti, moquette che ti ricordano casa, aree gioco e aree fumatori interne per quelli più accaniti. Queste sono solo alcune delle soluzioni a disposizione di chi viaggia e che, liberato dallo stress, è maggiormente invogliato a recarsi negli stores dell’aeroporto prima di imbarcarsi.
MORALE DELLA FAVOLA
Non farti troppi sensi di colpa se al ritorno dalla tua vacanza ti sei ritrovato con un profumo o uno sdoppiatore per le cuffie di troppo.
Potremmo dire “capita un po’ a tutti” …almeno ora sai quanto questo sia tutto fuorché casuale.
Ebbene sì, la comunicazione fa anche questo!